IL VIAGGIO DI DEMETRA

 

 

 

 

 

 

 

 

       Guarda intorno la Madre, ma è in se stessa che riecheggia il lamento della figlia. Patisce la Madre il dolore della figlia, ma secondo una legge differente. La Madre sa -pur avendo rifuggito l'offesa -conosce il gelo della deportazione, le cicatrici della vana attesa. Si direbbe per questo che venga a lei una disperazione fresca, germinale, che ad occhi aperti direttamente attinga alla fonte dell'orrore.

 

 

 


Atto di dolore

(La kore sposa)

Madre.
Così distolta dal tuo sguardo
E sola
Non ho creduto alla paura
Che mi metteva l’Inferno,
Che mi serrava le viscere,
Che già mi aveva derubato il passo.
Poi,
Quando il mio gesto
Ai polsi ha rinunciato
Alla sua volontà
Di compiersi
—allora ho visto
E ho creduto
Alla mia fine.

bologna. 31 maggio 2013

 

 

 


Risvegliarsi all'Inferno

Più che lasciare,
Vale la pena la vita intera
Durare —dall’Inferno,
Distinguere e separare
Quello che Inferno
Ancora
Non è.

bologna. 2 giugno 2013

 

 

 


Sisterhood

Sguardo che affonda nell’assenza di parole
Occhio che beve alla tua tenebra
Che intercetta abbandoni
E albe livide.
Soltanto per te.

Cosa domanda la tua assenza
Che la voce sola non può?
Come lanciarti queste braccia
Per impedire a te
A me
Di annegare?

lecce. 25 giugno 2013

 

 

 

 

Il ritorno di Ifigenia

Sbendata la fronte,
Sopra di lei è ora nuovamente il cielo azzurro di smalto.
Sola, sopra l’altare
Abbandonata. Tutto intorno la terra di pietra
di fiori bianchi, riarsa e incolta.

Nell’aria chiara sembra disciolto al sole
Forse il sogno di schiere di guerrieri in armi
Che cingevano della sua vita il corso.
Del loro ferro di morte
Risuona l’eco in questo vuoto sereno ai versi di cicale.

Terra d’Otranto. luglio – settembre 2013